Il mattino seguente
Eliogaritmus si alzò presto per le sue preghiere, mentre gli altri dormirono un
po' di più e poi scesero tutti a fare colazione. Si incontrarono con Bal-Thork
che stava facendo anche lui colazione, o forse pranzo visto la quantità di cibo
davanti a lui, e si sedettero nello stesso tavolo.
"Tu che conosci
Dantredun sicuramente un po' più di noi, mi sai dire dove posso trovare il
"piccolo paiolo?” chiese Iago al nano.
"Mah non ne ho la minima
idea di cosa sia !”.
Chiedendo all'oste ed a
qualcun altro nella locanda Iago scoprì che il paiolo si trovava nella zona a
nord della città vicino al muro di cinta.
"Bene ho delle
indicazioni per trovare il paiolo andrò subito a vedere”
"Io devo passare al
tempio devo parlare con alcuni miei fratelli”
"Korleis vieni con me a
prendere un po' di cose che ci serviranno per il viaggio?” chiese Felicius
Bal non aveva niente da
fare e voleva conoscere un po' i nuovi compagni ma Felicius e Korleis erano un
po' troppo agili per i suoi gusti, stavano gia uscendo dalla locanda; di andare
con Eliogaritmus al tempio di Pelor non ne aveva proprio voglia , così decise
di seguire a distanza Iago nella sua ricerca .: sapeva che una città come
Dantredun poteva riservare molte brutte sorprese ai viaggiatori inesperti, e il
giovane sembrava proprio una facile preda per gli scaltri furfanti della città.
La città offriva molto
di più rispetto ai soliti piccoli paesi che erano soliti visitare, un sacco di
empori, taverne, mercanti di pietre preziose e Iago camminava tranquillo per le
strade seguito a distanza dal nano. Dopo un ora di cammino e domandando un po'
in giro riuscì finalmente a trovare il paiolo. Dapprima bussò , non sentì
risposta allora spinse la porta e scoprendola aperta entrò chiese permesso , domandò se c'era qualcuno ma non
ottenne risposta e quindi entrò.
Iago vide davanti a se
un lungo e stretto corridoio con delle mensole appese con sopra vari oggetti curiosi;
si diresse infondo alla stanza dove vi era una scrivania, chiedendo ad alta
voce se vi fosse qualcuno ma senza
ricevere alcuna risposta . Mentre era intento ad osservare i rotoli e le
ampolle sopra la scrivania, senti alle sue spalle un forte e stridulo: "Buongiorno!”
Iago si girò verso la
stridula voce da vecchietto che proveniva dalle sue spalle, eh si, era proprio
vecchio.
"Buongiorno” rispose
Iago " sto cercando il grande mago Tian, è forse lei?”
"Se stai cercando Tian
l'hai trovato mah…”
"Oh bene finalmente,
sono proprio felice di avere davanti il grande mago Tian! Ho sentito molto
parlare delle sue imprese!” lo incalzò Iago.
"Ma giovane ragazzo ti
sbagli, quali imprese? io non sono un mago”
"Ma mi ha appena detto
che lei è Tian!?”
"Si ma io sono un
mercante come puoi vedere, vendo erbe, boccette e altri vari oggetti”.
Iago per un attimo
rimase in silenzio, non capiva: era sicuro che Tian fosse un grande mago, era
al paiolo e quindi nel posto giusto! Provò ad insistere a raccontare la sua
storia, di come abbia studiato magia da autodidatta, di come sia venuto fino
qui per apprendere gli insegnamenti di Tian per aumentare il suo potere, la sua
magia!!! ma Tian continuava a negare di essere colui che doveva essere… doveva!
" Mi dispiace ma io non
posso aiutarti in questo, l'unica cosa che posso fare per te giovane mago è
darti qualche pozione od erba”.
Iago gentilmente salutò
il vecchio e deluso si diresse verso l'uscita. In quel momento però entrarono
tre persone, tre mercenari a vederli, Iago allora notando che non sarebbero
passati si spostò di lato per lasciarli passare per poi proseguire verso la
porta.
<<che brutte
facce!> pensò. Appena uscito Iago lasciò la porta socchiusa e cercò di
origliare e capire cosa volevano quei brutti ceffi perché avevano delle facce
per niente rassicuranti.
Sentì che questi tizi
stavano parlando con tono arrogante e prepotente però non riusciva a capire di
preciso cosa stessero dicendo: senti solo che il tono della discussione si alzò
e, dopo un momento di esitazione, decise
di rientrare.
Li vicino, nascosto dietro
un angolo, c'era Bal che aveva visto tutta la scena ed aveva capito che
qualcosa non andava bene…. decise allora di avvicinarsi alla porta ed ascoltare.
Iago che intanto era entrato con la scusa di essersi dimenticato qualcosa si
trovò di fronte uno dei guerrieri: "Esci subito il negozio è chiuso adesso!”
gli ordinò l'uomo. "Ma io veramente …..” Non fece in tempo a finir la frase che
si beccò un pugno in pieno viso e si accasciò a terra.
Bal di fuori sentì il
tonfo,capì che si stava mettendo male e decise di entrare.
Di fronte si trovò Iago
di spalle, inginocchiato a terra con l'omone davanti e infondo altri due
guerrieri di cui uno stava tenendo per il collo un vecchietto. Il nano doveva
inventarsi qualcosa: si diresse deciso verso Iago puntandolo con un dito
dicendo "Finalmente ti ho beccato furfante imbroglione! Ma adesso non mi
scappi!” .Prese Iago per un braccio e lo strattonò indietro in modo da porsi
tra il mago ed il guerriero e poi all'improvviso prese la sua ascia e sferrò un
colpo al guerriero. L'impatto fu forte e l'armatura incassò il colpo piegandosi
ma l'omone sembrava però non aver accusato nessun dolore anzi.. il guerriero
era decisamente più arrabbiato. Alzò lo spadone a due mani sopra la testa del
nano e sferrò il colpo, la spada cadde con potenza sull'ascia di Bal posta in posizione di difesa, la scansò ed
andò a colpire il nano alla spalla. Nel frattempo Iago si era alzato e si stava
preparando a lanciare una freccia magica contro il guerriero ma scoprì, con triste
stupore, che non successe nulla: nessun dardo azzurro uscì dalle sue dita. Il
secondo uomo che era più avanti vicino alla scrivania tirata fuori l'ascia la
lanciò nella mischia ,Bal vide l'arma volare, oltrepassare il guerriero,
passare sopra la sua testa ed andare a colpire il giovane mago facendolo cadere
a terra moribondo. Un secondo colpo di spada , devastante più del primo, colpì
il nano che appena poté si girò di scatto ed infilò la porta il più veloce
possibile. Certo Bal voleva aiutare Iago visto che sarebbe stato un uomo della
sua scorta ma del resto la sua pellaccia era sicuramente più importante,
avrebbe trovato qualcun altro anche perchè ormai a quanto sembrava per Iago non
c'era più nulla da fare!.
Il mago era steso a
terra moribondo; ad un tratto vide la brutta faccia del guerriero che con un
ghigno beffardo alzò la spada e la scaglio con violenza sul petto del giovane.
Si sentì un rumore di costole fracassate e l'oscurità cadde sugli occhi di
Iago.
Il giovane aprì gli
occhi l'immagine: dapprima sfocate prese
poi la forma della faccia di un vecchio con un ghigno che ricordava
molto quello del guerriero. Il vecchio era Tian ma non sembrava così vecchio
come prima; Iago si mise a sedere con aria interrogativa. "Ma dove sono ?”
"Come non mi riconosci?
Sono Tian e siamo al piccolo paiolo”.
"Ma io dovrei essere
morto?”
"Questo è quello che ti
ho fatto credere, era un'illusione, per metterti alla prova, di certo non posso
aiutare tutti i giovani maghi che vengono in cerca dei miei insegnamenti. Tu
l'hai superata: tu vuoi veramente imparare la magia ne sei degno, hai coraggio”.
"Ma allora è vero! sei
tu Tian il grande mago!”.
"Sono disposto ad
insegnarti alcune cose ma sarà uno
scambio alla pari!”
"Cosa vuoi dire?”
"Che in cambio dei miei
insegnamenti tu dovrai essere disponibile nei miei confronti, se io dovessi
aver bisogno di te tu dovrai esserci e fare quello che ti dirò”.
Iago rimase un po'
titubante di fronte a questo vincolo ma tutto aveva un prezzo; la voglia di
imparare era troppo forte ed accettò.
"Bene ora torna dal tuo
amico nano e spiegagli tutto poi torna qui oggi pomeriggio che sistemeremo
alcune cose .”
Iago felice uscì e si
incontrò con Bal gli raccontò tutto davanti ad una buona birra. Nel pomeriggio
tornò da Tian che gli insegnò alcuni incantesimi e sistemò il suo disordinato libro.
"Bene Iago per adesso
può bastare ora vai quando avrò bisogno di te saprò come rintracciarti”.
In vista della partenza
gli altri nel pomeriggio girarono un po' di negozi prendendo tutto l'occorrente
per il viaggio, facendo alcuni buoni affari
e prendendo alcune belle cantonate, ma ciò non importava: quello che
contava e che l’indomani mattina sarebbero stati di nuovo per strada,
rincorrendo una nuova avventura.
|